Intervista realizzata per il sito “Spazio Fatato”

Intervista realizzata per il sito “Spazio Fatato”

Nel Settembre 2010 sono stata contattata dal sito “Spazio Fatato”, poiché la redazione era interessata a recensire il primo volume di “Voci Pagane” per il proprio spazio web.

Successivamente, oltre ad aver recensito il libro in questione e anche un altro che abbiamo pubblicato attraverso Artès, “Il Canto del Bisonte Bianco” di Liliana Zampella, la redazione mi ha dato la possibilità di rispondere ad un’intervista che è stata pubblicata per l’aggiornamento del mese di Dicembre; per questa opportunità li ringrazio moltissimo, anche perché l’intervista non ha subìto tagli ed è stata, quindi, pubblicata in versione integrale.

Il testo si trova in questa pagina: http://www.spaziofatato.net/intervistabernini.htm

Per chi lo volesse leggere, lo riporto anche di seguito.

LE DOMANDE

A-Qualcosa su di te e sui tuoi esordi di scrittrice.

Non c’è molto da dire…anche perché non mi ritengo una scrittrice…è una parolona! Non mi sentirei mai all’altezza di definirmi in questo modo.

Senz’altro ho sempre amato scrivere, fin da piccola. Ho cominciato con i miei diari personali alle elementari (e tuttora continuo a scrivere un diario), poi da ragazzina mi sono spessa divertita ad inventare brevi racconti di vario tipo (dallo stile giallo al fantasy) ma quando ho provato a scrivere un vero e proprio romanzo, l’ho lasciato incompiuto. Fondamentalmente, nel tempo mi sono resa conto che non mi interessa raccontare storie inventate da me, almeno non più; preferisco fare ricerche – più o meno estese – di stampo giornalistico e saggistico su alcuni fenomeni di tipo spirituale che avvengono nel mondo che ci circonda.

Adoro raccogliere materiale riguardante temi come il neopaganesimo, l’esoterismo, l’arte esoterica e argomenti affini che spaziano dal mondo antico al mondo contemporaneo, quello in cui ci muoviamo ogni giorno e che è in costante cambiamento.

Ho sempre amato molto le figure dei cronisti, coloro i quali ci hanno lasciato testimonianza del proprio tempo e su cui spesso ci basiamo per le ricerche riguardanti il passato, divenendo le nostre fonti, dei ponti verso un altro periodo storico. Per quanto non si possa mai essere abbastanza obiettivi nei confronti del mondo in cui si vive – per motivi personali e quindi per esperienze puramente soggettive – mi è sempre piaciuta l’idea di mettersi in gioco per raccontare con i propri occhi cosa stia avvenendo nella realtà circostante, per aiutare anche altre persone a prendere visione di qualche fenomeno che magari non hanno mai preso in considerazione per motivi di mancanza di tempo e di possibilità di fermarsi a riflettervi.

Mi piace tantissimo anche intervistare persone che vivono o hanno vissuto esperienze particolari o comunque legate a questi temi. Ascoltare ciò che altri hanno sperimentato e provato mi incuriosisce sempre molto, si scoprono sempre cose nuove..lo trovo arricchente dal punto di vista personale…si possono trarre nuove informazioni, confrontare idee e crearne di nuove. E’ stimolante.

Forse anche per questi motivi, nel 2004 ho fondato Labrys, la piccola rivista che dirigo e che stampo in autoproduzione (attualmente è pubblicata attraverso l’associazione Artès, di cui sono presidente). Dopo alcune esperienze con giornali e riviste di cultura ed economia locale, ho voluto fondare un giornale un po’ diverso dal solito che non seguisse battute e  spazi predefiniti dalla grafica, ma che anzi ospitasse delle piccole tesine, delle ricerche più lunghe su argomenti come mitologia, antropologia, archeologia, esoterismo, antiche e nuove spiritualità; quindi una rivista che affrontasse i temi anche del paganesimo antico come di quello contemporaneo.

Non è mai facile valutare una realtà in continuo cambiamento – è forse un po’ più semplice esaminare una realtà passata, ormai immutabile – però è una bella sfida che ci porta a cercare di analizzare tanti aspetti della vita umana in modo abbastanza critico, per capire non solo da dove proveniamo ma anche verso quale direzione stiamo andando.

Nella rivista ho sempre cercato di inserire ricerche – non solo mie ma anche di diversi collaboratori, in quanto più voci si ascoltano e più è vario e vasto il campo dello studio – e interviste a personalità del movimento neopagano per cercare di conoscerlo meglio attraverso gli occhi di chi lo vive attivamente organizzando eventi, scrivendo libri ecc.

Da Labrys si sono poi sviluppate altre realtà. Nel 2009 è stato pubblicato da Eleusi Edizioni (Perugia) “Upui. L’arte della Strega”, libro di cui sono co-curatrice con Andrea Armati, saggista ed editore, e che tratta la biografia e una parte delle esperienze spirituali di Nicolò Mulè (in Arte Upui, appunto), artista esoterico e praticante neopagano che trovo davvero molto originale e affascinante. Anche in questo caso, ho sentito l’esigenza di intervistarlo e di sentire cosa avesse da dire riguardo la sua arte e la sua pratica attraverso una serie di questionari, oltre ad aver cercato di spiegare i simboli maggiormente ricorrenti nelle sue opere.

Poi, sempre nello stesso anno, ho pensato di mettere su carta un progetto che avevo da tempo, sempre legato alla rivista, e ho cominciato a lavorare a “Voci Pagane”, il cui primo volume è stato pubblicato quest’anno, nel 2010, sempre attraverso Artès.

B- Come ti è venuta l’idea di scrivere questo libro, autoproducendotelo, e di che cosa parla.

Il libro è nato da diverse esigenze. La prima è legata a Labrys. Da tempo pensavo di realizzare qualche raccolta di articoli apparsi in questi anni all’interno della rivista, magari divisi per tematiche.

Inoltre, siccome fin dai primi numeri usciti – cioè quando Labrys era semplicemente un quaderno amatoriale – ho pubblicato interviste a personaggi legati al neopaganesimo italiano, ho pensato che sarebbe stata una bella idea quella di fare una raccolta specifica dedicata a questi articoli. Però, ripensando al materiale, mi sono detta che sarebbe stato poco per realizzare un libro che avesse un senso compiuto. In più, nel frattempo – precisamente nel 2009 – è nato il progetto Sphera grazie all’associazione Quercia Bianca. L’idea è quella di creare una rete di collaborazioni tra le diverse realtà neopagane italiane. Così, avendo inserito Labrys tra i soggetti che aderiscono a Sphera, ad un certo punto ho lanciato la proposta di realizzare un ciclo di interviste riguardanti chi partecipa a questo progetto (che inizialmente avrei voluto pubblicare sulla rivista) e da lì mi si è ancora di più concretizzata l’idea di farne una pubblicazione apposita a parte. Ma poi ho pensato che non fosse un lavoro abbastanza completo: il neopaganesimo è costituito anche dalle realtà che per un motivo o per un altro non rientrano nel progetto di Quercia Bianca. E così ho cercato di contattare più persone possibili: autori singoli, fondatori di siti web, di riviste, associazioni e gruppi spontanei che in questi anni abbiano dato il proprio contributo al paganesimo e al neopaganesimo in Italia.

Molti hanno risposto, altri no per diversi motivi..senz’altro il libro non ha la pretesa di rappresentare in toto questo mondo: è un ambiente  ricco e complesso, e chissà quante altre realtà esistono in Italia che non ho contattato per mia ignoranza! Io sono riuscita a contattare tot persone, ma questo non significa che non ce ne siano altrettante che non conosco e che lavorano allo stesso modo per il movimento pagano e neopagano.

Comunque diciamo che l’idea è quella di ascoltare in prima persona chi si sta mobilitando per far sì che la rinascita del paganesimo avvenga anche nel nostro paese, dando un’ informazione che sia il più possibile corretta a riguardo…credo che ascoltare le persone e le loro esperienze possa aiutare a comprendere il lavoro che sta dietro a tutto questo.

Poi starà ai lettori giudicare cosa sia per loro interessante e utile e cosa no, ma il compito che mi sono data è quello di ascoltare più persone possibili, senza pregiudizi, e di riportare ai lettori il materiale raccolto senza censure e tagli.

Anche per questo motivo ho scelto di autoprodurlo: siccome mi è stato detto che probabilmente una parte del materiale non sarebbe stato facilmente pubblicato da un editore (non solo per la quantità, ma anche per il fatto che mentre certe persone hanno dato risposte molto approfondite, altre non sono state così attente nel rispondere) ho pensato che la cosa migliore fosse pubblicare tutto da sola attraverso l’associazione di cui sono presidente, Artès, in modo tale da poter proporre tutto ciò che ho raccolto senza che qualcuno mi dicesse cosa tenere e cosa buttare. Ripeto, starà ai lettori giudicare.

Inoltre, in questo modo tutte le vendite andranno all’associazione, quindi serviranno solo a finanziarne le attività. Non è, quindi, una pubblicazione a scopo di lucro, ma realizzata per puro amore della divulgazione di queste testimonianze raccolte nel tempo: vi si trovano infatti  interviste di diversi anni fa apparse su Labrys, come interviste più recenti realizzate in questo ultimo anno di lavoro appositamete per questo progetto.

C- Come vivi la tua spiritualità (parlaci del Paganesimo, se vuoi).

Sono una persona fortunata, posso vivere la mia spiritualità alla luce del giorno in quanto ho una famiglia che non mi ha mai giudicata. Per quanto i miei genitori abbiano ricevuto un’educazione di tipo cattolico – come l’ho ricevuta anche io fino ai 12-13 anni – fin da quando ho cominciato ad interessarmi in modo più costante all’esoterismo alle medie (per quanto non praticassi) mi hanno lasciata fare ma seguendomi e non lasciandomi mai sola. E’ cominciato tutto quando a 6 anni mi portarono in Francia in un viaggio legato al percorso seguito dal libro “Il Santo Graal” di Baigent, Lincoln e Leigh (quello da cui poi Dan Brown ha tratto ispirazione per il “Codice da Vinci”). Da quel momento il ciclo arturiano, Avalon, il celtismo ecc. sono entrati nella mia vita inconsciamente, una cosa che poi si è manifestata in diverse letture all’epoca appunto delle medie. I miei genitori mi hanno sempre accompagnata a conferenze ecc. e hanno sempre saputo cosa leggevo. Il mio percorso è stato piuttosto tortuoso e difficile a causa di una lunga e profonda crisi spirituale che mi ha allontanata definitivamente dal Cristianesimo durante l’asolescenza, facendomi sentire a lungo “senza Dio” (causando in me una profonda infelicità, avendo sempre avuto fin da bambina una forte tendenza al misticismo), fino a quando – dopo un breve periodo di pratica buddista che mi ha aiutata a chiarirmi le idee sulla mia strada – nel ’99 ho letto il libro della Curott (“Il sentiero della Dea”) e mi sono interessata alla Wicca e al Neopaganesimo. Quando poi ho iniziato a praticare il mio percorso a circa 19 anni grazie ad una cara amica, fidandosi delle mie scelte la mia famiglia non si è mai opposta, per quanto all’inizio mio padre non fosse proprio tranquillissimo..ma vedendo che non nascondevo nulla, che facevo tutto alla luce del sole – e, soprattutto, che non danneggiavo né me stessa né altri e anzi ero molto più serena – i miei si sono fidati e quindi vivo la mia spiritualità neopagana tranquillamente. I miei amici sanno cosa pratico e non ho mai nascosto loro il mio modo di vivere. E’ ovvio che non lo vada a sbandierare in giro alla prima persona che incontro, ma ammetto di non essere neppure una persona che faccia qualcosa per evitare che si sappia come la penso. Sarebbe ora che anche il nostro percorso venisse visto come qualcosa di naturale che nulla ha da nascondere. Poi che esista il concetto di “segreto” inteso in senso iniziatico è un’altra questione, ma poter dire liberamente quale tipo di spiritualità si pratica senza scandalizzare nessuno dovrebbe essere un diritto di tutti, soprattutto quando si tratta di pratiche costruttive e non distruttive.

Proprio per questa mia trasparenza, non ho mai riscontrato nessun problema neppure all’interno delle mie relazioni sentimentali: avendo sempre detto fin dall’inizio come la pensavo e cosa praticavo, non ci sono mai stati segreti o fraintendimenti e questo credo sia già un buon punto di partenza in qualsiasi relazione.

Per il resto: seguo le 8 Feste dell’anno (le 4 feste del fuoco celtiche oltre a Solstizi ed Equinozi) e, se ne ho la possibilità, le lunazioni; lavoro soprattutto a livello di meditazioni e visualizzazioni, anche se talvolta mi piace celebrare anche con rituali più “formali” (esteriori), ma è una cosa più rara rispetto al passato. Do una grande importanza ai sogni e all’arte come forma di percorso spirituale (soprattutto la pittura); inoltre, per me è molto imporante il rapporto con l’Altromondo, con gli Avi…Ritengo che non ci sia una vera frattura tra mondo dei vivi e dei defunti, ma che siano energie in continua connessione, che si sfiorano di continuo, per questo provo una forte attrazione per lo Sciamanesimo che mi sembra abbia una visione più “fluida” delle energie rispetto ad altri percorsi. Sono un’eclettica solitaria, non ho un pantheon fisso, sebbene alcune divinità siano ricorrenti nelle mie meditazioni, ma solitamente mi lascio andare al momento in cui sono nel cerchio..non definisco a priori cosa farò quando sono nello spazio rituale, ciò che conta è la connessione con gli Elementi, lo Spirito e le Divinità che si presentano nelle mie meditazioni in quel preciso istante.

Però questa è solo il mio percorso..non intendo dire che questo sia IL paganesimo o il neopaganesimo…è il mio modo di viverlo, tutto qui.

D-Scrittori preferiti o ai quali ti ispiri.

Per la verità non mi ispiro a nessuno…proprio perché non sono una scrittrice…Sono solo una persona curiosa che cerca di approfondire alcuni argomenti, ma lo ammetto, non faccio una ricerca di tipo stilistico. Mi piace scrivere in modo piuttosto semplice e, spero, non troppo pedante.

Comunque tra i miei autori preferiti posso citare, per la narrativa, Oscar Wilde, Marion Zimmer Bradley e Jeanette Winterson…per la saggistica, Robert Graves. Ma chissà quanti altri ne sto dimenticando..diciamo che questi sono i primi che mi vengono in mente in questo momento.

E- Progetti per il futuro.

Questa domanda è problematica…scoperchia un vero vaso di Pandora!! Ho troppe idee per la testa, non so neppure io quante…davvero tante…senz’altro una di queste è continuare con Labrys e con Artès..il mio sogno è cercare nuovi spazi per l’arte esoterica..poi mi piacerebbe poter portare avanti la pittura, la fotografia e l’artigianato..fare un bel po’ di ricerche che ho in testa da anni e che mi richiederanno parecchio tempo…ogni giorno me ne viene in mente una nuova..mi ci vorrebbero tantissime vite per tutti i progetti che ho in mente..mi fermo qui, è meglio!!!

Il QUESTIONARIO

1) Sarah in tre aggettivi:

Ansiosa

Creativa

Solitaria

2) Il mio peggior difetto:

L’ansia, l’insicurezza.

3) La mia dote migliore:

L’onestà.

4) Le qualità che preferisco in un uomo:

La dolcezza.

5) Le qualità che preferisco in una donna:

 L’autoironia.

6) Quello che apprezzo di più nei miei amici:

L’onestà e la sincerità.

7) Quello che non sopporto nei nemici:

L’acidità e l’invidia.

8) Cosa sognavo di fare da grande:

Tante cose, troppe…ho sempre fatto fatica a focalizzare l’attenzione su una sola cosa…senz’altro qualcosa legato all’arte, che è una delle mie grandi passioni.

9) Il dono di natura che vorrei avere:

La decisione e l’autorevolezza.

10) La mia decisione sbagliata che correggerei, se potessi:

Correggerei la scelta dell’università, probabilmente… avrei fatto meglio a fare altro…qualcosa di più pratico che mi desse la possibilità di sviluppare fin da subito il mio interesse per l’arte e l’artigianato dal punto di vista più lavorativo e meno in senso teorico.

11) La cosa più pazzesca che ho fatto:

…non ho una vita tanto avventurosa, purtroppo…

12) Il capriccio che non mi sono mai tolta:

Non saprei dire, sono abituata all’idea che se posso permettermi qualcosa che mi interessa la faccio, altrimenti sopravvivo benissimo senza e non ci penso nemmeno…quindi, non ho capricci da togliermi, al momento.

13) Cosa sarei capace di fare per sostenere quello in cui credo.

Battermi in prima linea subendone le conseguenze.

14) Che cosa cambierei negli altri se avessi la  bacchetta magica.

Cambiare gli altri? Ma non ci penso nemmeno!!

15) Che cosa cambierei in me se avessi la bacchetta magica.

In questo senso ci sarebbero tante cose su cui lavorare. Prima cosa fra tutte, comunque, l’autostima: avrei bisogno di una buona iniezione di autostima e di capacità decisionale!

16) Il paese dove vorrei vivere.

L’Italia mi piace moltissimo per la sua arte, la sua storia e la sua cultura in generale. Inoltre, ha un territorio molto diversificato e pieno di luoghi magici da scoprire, per questo non la vorrei lasciare. Comunque, se dovessi andarmene per qualche motivo, un paese che mi piacerebbe divenisse la mia seconda casa sarebbe la Francia per diversi motivi…come dicevo, è anche grazie a certi viaggi che ho fatto da bambina (tra i 6 e i 10 anni) in Normandia, Bretagna, Provenza (e non solo) se sono giunta al mio attuale percorso spirituale.

17) Il colore che preferisco.

Il viola.

18) L’animale che preferisco.

Il Gatto (per quanto abbia anche dei cani a cui voglio molto bene e senza i quali la mia vita non sarebbe la stessa!)

19) L’animale che vorrei essere.

Una Civetta, il mio animale sacro per eccellenza fin da quando andai in Francia da bambina, attributo della bella Atena che sento essere la mia divinità tutelare.

20) Il mio passatempo preferito

Dipingere, sopra ogni altro. Purtroppo, ultimamente ho sempre meno tempo per farlo, ma spero di poter ricominciare a praticare la pittura in modo costante appena possibile.

21) Cinque libri da portare su di un’isola deserta.

La Dea Bianca di Robert Graves

Le Nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

De Profundis di Oscar Wilde

Il pendolo di Faucault di Umberto Eco

Questi sono tra i primi che mi vengono in mente, ma ce ne sarebbero molti altri.

22) I peccati che mi ispirano maggiore indulgenza.

La gola e l’accidia, direi..

23) I peccati che non riesco a perdonare.

L’ira, l’invidia, la superbia.

24) Il mio motto.

“fatti non foste a viver come bruti

ma per seguir virtute e canoscenza” (Dante)

25) Come vorrei morire.

Sarò banale, ma vorrei morire nel sonno, in pace con me stessa e con le persone importanti della mia vita…vorrei lasciare questo corpo tranquilla, senza rimpianti, sapendo di aver vissuto delle esperienze di crescita in senso umano e spirituale, di aver amato e di essere stata amata. Magari in un bel luogo collinare, circondata da una bella natura, tanto verde e tanti animali…Nulla di più, nulla di meno, senza tante pretese…

Sarah Bernini

Martedì 2 Novembre 2010