UN TE’ CON SARAH DEGLI SPIRITI – La religione, l’arte e la censura vista dagli occhi di una pittrice neopagana – di Federica Lanna

UN TE’ CON SARAH DEGLI SPIRITI – La religione, l’arte e la censura vista dagli occhi di una pittrice neopagana – di Federica Lanna

Nell’estate 2010, Federica Lanna – giovane scrittrice modenese e cara amica – mi ha dato l’opportunità di essere intervistata per “Alkemia”, un sito di attualità con cui collabora.

L’intervista in questione – tagliata per motivi di spazio – appare in questa pagina web: http://nuke.alkemia.com/Archivio/UnteconSaradegliSpiriti/tabid/936/Default.aspx

Per chi volesse leggere il testo completo, eccolo di seguito.

UN TE’ CON SARAH DEGLI SPIRITI

La religione, l’arte, la censura vista dagli occhi di una pittrice neopagana

Io e Sarah ci conosciamo da anni, per me intervistarla in realtà è l’equivalente di una delle nostre lunghe chiaccherate, quelle che ci ritroviamo a fare da tempo, o a casa sua davanti a un piatto di pasta al ragù vegetale oppure in centro a Parma sedute al tavolino del solito caffè; fuori fa un gran caldo, scegliamo il bar dell’ultima volta; mi sono scordata il registratore a casa, mi dovranno bastare la penna di Modena Fumetto e il mio blocco di Camomilla. Sarah ha 28 anni, è una pittrice e una fotografa con un grande talento e una dedizione alla sua passione totale. L’altra cosa che distingue Sarah dalla maggior parte delle persone (ma non da tutte) è che Sarah è una neopagana; cosa vuol dire essere neopagani e quali siano le difficoltà di essere una artista legata a questo universo spirituale è quello che ho voluto che vi raccontasse, anche rischiando di essere pollitically scorrect.

Da quanti anni dipingi?

Ho ricominciato intorno al 2005; prima di allora mi sono sempre autocensurata e credevo di essere incapace. Avevo la testa piena di progetti e l’album da disegno pieno di schizzi realizzati ad acquerello che dicevo di non avere mai il tempo di mettere in opera…poi sono esplosa. Nel 2006 ho fatto la mia prima mostra di pittura e fotografia all’Apart di Antonio Orobello a Modena (la primissima risale al 2000, ma era solo di fotografia).

Quanto il tuo orientamento spirituale ha influenzato la tua vita e la tua pittura?

Moltissimo, mi ha aiutata a lanciarmi nelle cose, anche nella pittura. La mia arte è sempre stata legata ai miei sogni, alle meditazioni e ai simboli del mondo esoterico.

Da quanti anni ti sei avvicinata al Neopaganesimo?

Da circa dieci anni (sebbene m’interessassi di esoterismo già dalle medie) ma non sono mai entrata né in un gruppo né in una congrega. Mi considero una neopagana solitaria eclettica. Ho sempre avuto un forte misticismo interiore anche da bambina, quando ero cristiana; poi ho incontrato per un breve periodo il buddismo e infine sono giunta alla Wicca che mi ha portata al mio attuale percorso neopagano, molto personale. Ho così recuperato la voglia di vivere, ho compreso la sacralità del mondo e ora sono felice di essere viva.

Che cosa significa essere neopagani?

Il Neopaganesimo è un movimento che ha molte sfaccettature e questo lo rende difficile da comprendere; vi sono molti percorsi, tante tradizioni diverse. Ma in linea di massima è un movimento che esprime un legame profondo con la sacralità della vita, con la natura e il mondo che ci circonda. Il Divino (che spesso si manifesta in più Divinità, maschili e femminili) è immanente, non trascendente.

Quale sono i problemi di una artista che racconta mondi diversi da quelli più familiari?

Un tipo d’arte simbolista, legata anche a degli antichi archetipi, può essere vista come criptica, essere fraintesa, apparire incomprensibile. Dal punto di vista del mercato…non c’è mercato! Oggi il mercato d’arte cerca prodotti un po’ da Ikea, d’arredamento, che sia immediata e che faccia bella figura con il divano e il lampadario. Bisogna trovare i canali giusti. Diciamola tutta, un conto è organizzare tutto da soli, ce la puoi anche fare, ma alla fine non sono mai eventi pubblicizzati a dovere, non viene mai abbastanza gente, non riesci a farti conoscere; non ho mai contattato gallerie d’arte (perché la cosa non mi interessa) ma immagino puntino su nomi affermati, che vendono…è più facile vendere – e vendere ad un prezzo alto – se sei qualcuno. Artisti sconosciuti ma bravissimi si devono invece svendere. E’ questa la tragedia. Io mando continuamente ai giornali comunicati stampa tramite la mia associazione culturale che spesso non vengono pubblicati. Così sul web. Non riesci a farti conoscere…mi farebbe piacere vendere qualcosa, ma per me non è una professione dopotutto, è una passione, una necessità. Il mio sogno “lavorativo” è aprire una libreria e una bottega di artigianato che diventi un polo artistico. Avrei bisogno di un posto tutto mio, ma gli affitti alti bloccano questo progetto.

Qual è l’atteggiamento della gente nei confronti di un’arte come la tua? C’è curiosità? Diffidenza?

La curiosità sta aumentando, si parla di più di certe realtà, spesso in modo anche troppo leggero. I  Mass media spesso dipingono il Neopaganesimo in modo superficiale (una cosa da Maga Magò) o deviante (associandolo al Satanismo). La religione cattolica incide ancora molto. Cristo, Maometto ecc. a me non offendono, mentre per molte religioni dogmatiche affrontare a cuore aperto il fatto che esistano altri mondi e che non siano necessariamente insidiosi è fastidioso. Ad esempio, a Bologna, nel 2005, una giovane artista neopagana doveva organizzare una mostra sul Sacro Femminino ed è stata censurata per “motivi religiosi”.

A proposito di censure tu ne hai mai subite?

Sì, una nel 2008 alla festa del PD a Ravadese (PR). Un mio dipinto “Cerca la chiave, trova la chiave” è stato frainteso. Uno degli organizzatori mi ha accusata di avere usato un simbolo celtico e nazifascista (!?) costringendo uno dei gestori dell’associazione con la quale ero andata a togliere il quadro dall’esposizione. Erano solo tre cerchi incrociati; se e quando uso dei simboli so bene dove li inserisco, come li uso…purtroppo i simboli vengono spesso male interpretati anche quando non significano nulla!

E tu ti sei mai autocensurata? Se sì, perché?

A parte per i primi vent’anni della mia vita impedendomi di dipingere? (ride) Comunque sì, ho sempre cercato di stare attenta a cosa mostrare e dove esporlo. Non voglio ferire la sensibilità di nessuno, né la spiritualità altrui. Infatti preferisco fare mostre o conferenze in luoghi neutrali, laici. L’anno scorso mi hanno proposto, ad esempio, una conferenza su un tema pagano in una chiesa sconsacrata ma mi sono opposta.

In quali casi l’arte può essere considerata davvero offensiva e andrebbe censurata?

In linea teorica, in nessun caso. Può essere provocatoria, cruda, scioccante, ma non può fisicamente fare male a nessuno. Se un quadro o un’opera non ti piace giri i tacchi e te ne vai. Ma sono un’umanista, un’animalista e ambientalista, non accetto l’idea che con il pretesto artistico si possa fare del male ad un qualsiasi essere vivente. Tutto quello che è oltraggio alla vita non è arte, è un orrore!

(poi fa riferimento a Guillermo Habacuc Vargas che ha esposto in una galleria in Nicaragua un cane legato al muro e lasciato morire di fame e di sete, e a Jan Fabre il  francese che espone cadaveri di gatti e cani)

Cose del genere dovrebbero essere proibite.

L’arte può senz’altro essere religiosa, ma lo Stato….

Io sono profondamente laicista in questo senso. Non sono un’estremista, credo nella libertà individuale, ma credo anche che la religione non debba interferire con la vita civile, vi devono essere leggi laiche da seguire.

Cosa pensi della questione del crocifisso in aula?

Non credo che debbano essere esposti simboli religiosi in edifici e luoghi pubblici; credo anche che nelle scuole pubbliche dovrebbe al massimo esserci “storia delle religioni”, nessun catechismo…altrimenti, esistono scuole religiose private, scuole cattoliche, ebraiche ecc…il nostro problema è che siamo uno stato laico sulla carta, ma non effettivamente. Oggi nessuno, ad esempio, sa spiegare ai cittadini come si fa un funerale civile. Pensiamo poi che in Argentina le coppie gay si possono sposare e in Italia no! E’ detto tutto.

Facciamo un salto al negozio new age lì nei paraggi, Sarah compra un libro in carta riciclata dove trascriverà i suoi sogni e una confezione di incensi, io ho solo quaranta centesimi e il mio biglietto di ritorno del treno nel portafoglio. Mi chiede se devo prendere qualcosa anche io, sorrido alla negoziante e scuoto la testa come ogni volta.

Potete trovare le opere di Sarah Degli Spiriti su www.sarahdeglispiriti.com