Intervista “Sarah Bernini, una voce pagana” a cura di Elena Romanello

Nel 2010 sono stata contattata dalla Sig.ra Elena Romanello, giornalista e autrice che in quel periodo scriveva per la rivista on-line “Nuova società”, per un’intervista riguardante il libro “Voci Pagane – Vol.I”.

L’intervista fu pubblicata all’epoca a questi indirizzi: prima nella pagina http://www.nuovasocieta.it/interviste/9400-sarah-bernini-una-voce-pagana.html e successivamente spostata qui: http://www.nuovasocieta.it/component/content/article/94-interviste/9400-sarah-bernini-una-voce-pagana.html  ma attualmente non si trova più on-line. Ho provato anche cercarla nel sito ma non ci sono stati risultati.

Ringrazio moltissimo la Sig. ra Romanello, oltre che per la sua gentilezza e disponibilità – per avermi dato la possibilità di esprimermi riguardo a certi temi – anche perché ha mantenuto intatti i concetti che volevo esprimere e questo indica davvero una grande serietà.

Ovviamente, per motivi di spazio (cioè per esigenze editoriali del sito), qualche parte dell’intervista nel sito era stata accorciata – mantenendo comunque intatti i concetti fondamentali – per cui, qui di seguito riporto l’intervista completa.

“Sarah Bernini, una voce pagana” – Intervista a cura di Elena Romanello

1. Come è arrivata ad occuparsi di tematiche pagane?

Sono arrivata ad interessarmi di questi argomenti attraverso un percorso un po’ tortuoso. Diciamo che, grazie ad una serie di viaggi fatti da bambina (dai 6 ai 10 anni) in Francia con i miei genitori, seguendo il percorso descritto dagli autori del libro “Il Santo Graal” (Baigent, Lincoln e Leigh) e girando appunto la Francia un po’ in lungo e in largo, ho avuto il primo “contatto” con il tema del Graal, del ciclo arturiano, delle eresie, del celtismo e delle civiltà megalitiche (tema che ho poi incontrato nuovamente durante un viaggio fatto a circa 11 anni in Inghilterra, quando sono stata anche a Stonehenge). Questi argomenti mi hanno completamente “rapita” nel periodo delle medie, anni in cui ho iniziato a farmi domande sulla mia spiritualità cattolica (che fino a quel momento avevo vissuto in modo convinto) e nell’adolescenza ho vissuto una fortissima crisi spirituale che mi ha portata ad avvicinarmi maggiormente al mondo esoterico. Poi circa a 19 anni, dopo aver letto il libro “Il Sentiero della Dea” della Gran Sacerdotessa Wiccan Phyllis Curott e aver incontrato quella che oggi è una mia cara amica che già praticava la Wicca – e  dopo un breve periodo di pratica buddista che mi ha chiarito le idee sulla mia visione della vita – ho iniziato anche io a praticare la Wicca e a cercare di conoscere meglio il Paganesimo antico e il Neopaganesimo, per poi fondare nel 2004 una piccola rivista autoprodotta, Labrys, che tuttora tratta anche di questi argomenti (ma non solo). Successivamente, ho curato insieme ad Andrea Armati il libro “Upui. L’arte della Strega” edito nel 2009 da Eleusi Edizioni (Perugia), opera riguardante Nicolò Mulè, artista neopagano contemporaneo il cui lavoro trovo essere affascinante. Ed ora sono alle prese con il secondo volume di “Voci Pagane”, la cui prima parte è stata pubblicata nel  2010 da Artès, l’associazione di cui sono presidente e che si interessa di arte esoterica e spirituale.

2. Una presentazione del libro e da cosa è nato?

“Voci Pagane – Vol. I” è il primo volume di un libro dedicato ad interviste realizzate a persone, gruppi spontanei, associazioni, riviste, siti web e realtà che vivono in prima persona il movimento Neopagano italiano, creando eventi, cercando di fare informazione in modo corretto sull’argomento e dando vita a momenti di incontro per la comunità neopagana italiana.

Le interviste pubblicate sono sia articoli apparsi su Labrys dal 2004 ad oggi, sia questionari realizzati appositamente per questo progetto tra il 2009 e il 2010.

Ovviamente il libro non ha la pretesa di essere un’enciclopedia completa riguardo questa tematica; ho raccolto le testimonianze di chi ha accettato di collaborare e di realtà che o mi erano già note o cercandole in rete, ma non potrà mai essere un’opera totalmente esaustiva: il movimento neopagano è in continua evoluzione e trasformazione.

Il libro è nato da più esigenze. All’inizio voleva essere solo una raccolta di alcuni articoli apparsi in questi anni su Labrys, più precisamente una raccolta delle interviste fatte a personalità del movimento neopagano. Successivamente ho pensato di ampliare la raccolta, poiché nel 2009 è nato il progetto “Sphera” ideato dall’associazione Quercia Bianca e ho pensato quindi di intervistare chi facesse parte di questa rete di collaborazioni tra realtà neopagane (chi fosse, tra loro, interessato alla mia idea, ovviamente). Poi, ho riflettuto sul fatto che comunque il libro sarebbe stato troppo lacunoso: vi sono molte altre realtà neopagane non facenti parte di Sphera. E allora ho cercato di contattare più persone possibili per ascoltare più voci e avere un panorama più ampio di opinioni e idee. Il pluralismo mi interessa, dà molti spunti su cui riflettere, fa capire quante diverse possibili esperienze possono coesistere in un movimento così complesso ed aiuta a sviluppare una certa capacità critica per osservare il fenomeno con maggiore obiettività (per quanto essere obiettivi il più possibile sia sempre un compito molto arduo, visto che noi esseri umani non siamo infallibili e spesso siamo vittime del pregiudizio).

3. Che tipo di interesse c’è in Italia per il paganesimo?

Credo che senz’altro in questi ultimi dieci anni (per quanto il Neopaganesimo in Italia abbia cominciato a rinascere molto tempo prima) l’interesse sia aumentato verso queste tematiche, tanto è vero che le case editrici esoteriche propongono sempre più spesso nuovi testi su Paganesimo e Neopaganeismo. Però è anche vero che – come è aumentato l’interesse – ho come l’impressione che spesso, chi si avvicina a queste tematiche, soprattutto le persone più giovani come ad esempio gli adolescenti – lo faccia con una certa superficialità, senza rendersi conto che qui non si tratta di comprare un libricino di incanti e “puff!” fare qualche magia stile Harry Potter…non ho nulla contro questo o altri film di magia, sia chiaro, l’importante è scindere sempre realtà e fantasia. Ritengo che il Neopaganesimo e il Paganesimo contemporano abbiano una buona dose di spiritualità da far tirare fuori ad ognuno di noi, il problema è con quale spirito ci si avvicina a questo mondo. Se lo si fa per apparire diversi, alla moda, per mettere cioè al centro di tutto il proprio ego, per sentirsi dei maghetti potenti, be’, credo proprio che ci si coprirà solo di ridicolo e si faranno apparire tutte le persone che praticano seriamente queso percorso spirituale come dei buffoni. Se invece ci si avvicina con rispetto come si fa verso qualsiasi religione, capendo che si tratta di un percorso spirituale – e quindi di un profondo lavoro su sé stessi – allora qualcosa cambierà in Italia e il Neopaganesimo verrà visto come una via che ha tanto da donare alle persone, come ad esempio il grande rispetto per la vita e la sua sacralità in tutte le sue manifestazioni (l’uomo, la fauna, la flora, la natura in generale), e l’importante dialogo con il Divino (nelle sue molteplici forme), tanto per citarne qualche aspetto.

4. Quali sono le maggiori difficoltà che incontra chi è pagano in Italia?

Penso che il problema maggiore sia la diffidenza. In realtà, mi sembra che qui in Italia vi sia diffidenza per tutto ciò che si situa al di fuori dell’ambito cristiano-cattolico e tutto perché siamo uno stato laico solo sulla carta e non nella pratica (per cui non c’è da stupirsi), ma senz’altro ciò che ha a che fare con una visione esoterica (iniziatica) e non essoterica (cioè rivelata, come avviene nelle religioni che praticano il culto pubblico) della realtà fa sempre paura, perché non se ne conosce il linguaggio. Tutto ciò che è legato all’idea di iniziazione, come già era proposto negli antichi Misteri (pensiamo ai Misteri Eleusini, o a quelli di Dioniso, ai Misteri Orfici ecc.) è visto come qualcosa di satanico. La parola stessa “esoterismo”(dal greco esoterikos, che significa interno, dentro) spesso viene identificato con il satanismo. Ma non è così. L’esoterismo da sempre studia, possiamo dire, il lato nascosto delle cose, quello più profondo, interiore, richiedendo un lavoro su sé stessi molto complesso. Che poi nell’esoterismo esistano anche delle vie oscure, non significa però che l’esoterismo sia satanismo. L’esoterismo ha in sé talmente tante vie – che possono essere costruttive come distruttive – che ridurre tutto al satanismo è semplicemente assurdo.

Questa realtà così complessa dipende dalla natura umana: l’uomo, con il suo libero arbitrio, può scegliere come agire, se in un senso o in un altro; ma questo, ovviamente, accade in qualsiasi ambito della vita umana, non solo in questo.

Il concetto di iniziazione e quindi di segreto iniziatico è semplicemente legata al fatto, a mio parere, che se io vivo interiormente un forte contatto con il Divino, quell’esperienza è talmente profonda e soggettiva che non avrebbe neppure senso parlarne ad una persona che non sa o non vive la stessa cosa sulla propria pelle, anzi: sarebbe anche difficile spiegare a parole un’esperienza che potremmo definire di tipo mistico.

Quindi, direi che la paura è un grande muro che però si può cercare di abbattere pian piano facendo tanta informazione corretta e, soprattutto, cercando di far capire che Paganesimo e Neopaganesimo andrebbero vissuti come percorsi spirituali seri, non come dei baracconi da circo.

5. Quali sono invece le soddisfazioni?

Senz’altro la possibilità di incontrare – attraverso gruppi e associazioni – persone che hanno una sensibilità simile alla propria e quindi magari poter confrontare idee ed esperienze anche molto profonde. Inoltre, è un percorso spirituale (ovviamente se vissuto in questo senso) che permette una connessione profonda anche in senso energetico con il mondo che ci circonda e con parti di noi che spesso non conosciamo; dà la possibilità di lavorare a livelli molto sottili con il nostro mondo interiore. Si possono scoprire potenzialità che non credevamo di avere e affrontare paure radicate, rendendoci liberi di vivere la vita in modo più consapevole.

E questo non è poco…

6. Consigli per chi vuole intraprendere questa strada?

Leggere tanto e non fermarsi mai, continuare a studiare, cercare di conoscere e comprendere nuove vie, nuove strade, crearsi una propria idea della realtà senza cadere nella rete di qualche “guru” che pretende di avere la verità in tasca o che ti vende rituali assurdi a prezzi indecenti promettendoti chissà quali strani miracoli.

Per ognuno di noi c’è una strada diversa, non è detto che tempi, ritmi e percorsi di ricerca siano validi ugualmente per tutti. Questo tipo di cammino non è una via semplice proprio perché nessuno ti dirà: “fai così”, “questa è la strada giusta”, “quella non la è”, in quanto non esistono dogmi, cioè regole imposte dall’esterno. Ma, proprio per questo, è una via di libertà spirituale perché ognuno di noi può cercare in se stesso il proprio Maestro e sentire la connessione con l’Universo e il Divino profondamente.

Per quanto riguarda la pratica, personalmente ritengo che sia molto importante cercare di praticare il più possibile da soli (a seconda della strada che si intraprende: che si abbracci una Tradizione specifica o meno) e poi, nel caso, una volta essersi fatti una buona parte di esperienza, se si incontrano persone di cui ci si fida davvero profondamente, provare a praticare anche in gruppo, ma solo – ripeto – se si è sicuri della scelta fatta. Altrimenti è meglio lavorare da soli in piena sicurezza, anche perché attualmente di sistemi per conoscere altri praticanti ve ne sono, anche senza bisogno di celebrare per forza insieme: pagan moot, forum di tantissimi siti web e mailing-list dedicate a questi temi. Non mi sento di consigliare il sistema delle chat perché mi sembra che manchino di approfondimento, ma sta comunque ad ognuno scegliere il proprio modo per avvicinare nuove persone da conoscere.

Sarah Bernini

4 Novembre 2010