Articolo “La carica dei giovani neopagani”

Articolo La carica dei giovani neopagani
Articolo La carica dei giovani neopagani

Lascio di seguito un articolo apparso su Il giornale di Vicenza riguardo “Voci Pagane” ed il Neopaganesimo. Per quanto vi siano alcune piccole imprecisioni (tipo il nome di Brigit scritto Brigitte, il fatto che il neopaganesimo nasca con il movimento femminile – mentre io ho spiegato tutto il percorso della Wicca da Gardner in poi parlando anche del movimenti successivi degli anni ’60 e ’70 e cosine così), devo dire che il giornalista che ha scritto l’articolo, il Sig. Garon – che non conosceva nulla dell’argomento – è stato davvero aperto, obiettivo e senza pregiudizi.  Per questo lo ringrazio e ne apprezzo profondamente il lavoro. L’articolo che ne è uscito è positivo verso il Neopaganesimo e questo per me significa molto. 
Se avete due minuti per leggerlo, ritengo che sia un passo avanti nei rapporti tra Neopaganesimo e mass media.
 
Riporto comunque di seguito il testo.
Buon proseguimento.
 
Sarah 
 
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La carica dei giovani neopagani
COSTUME. La presentazione di un libro a Sossano apre uno squarcio su nuove forme di spiritualità contemporanea
Il druidismo è la prima pratica L’autrice Bernini: «Tutto ciò che mi circonda rende sacra la quotidianità». Oltre 300 gli iscritti
26/02/2012 
 
 
Sgombriamo il campo da interpretazioni ambigue: “Voci Pagane”, il titolo del libro presentato a Sossano, non è un’opera di storia o letteratura, ma una raccolta di esperienze e interviste sull’ancora sconosciuto e per certi versi misterioso mondo del neo paganesimo in Italia. La casa editrice è la Anguana Edizioni diretta da Monica Ferrari, medico di professione, “autoctona di Sossano” (la definizione è sua) e qui ha posto la sede dell’iniziativa editoriale. Può sembrare anacronistico un libro sul neopaganesimo, ma la Ferrari replica: «Le anguane, da cui il nome della casa editrice, erano entità fatate, magiche, diffuse in tutto il nord. C’è un recupero di antiche radici, una visione spirituale costante di tante tradizioni che si perdono e il neopaganesimo riscopre gli antichi valori, si rifà ai culti pre-cristiani in versione moderna». Viene spiegata la differenza tra paganesimo, parola che è stata utilizzata per definire in modo spregiativo le religioni non monoteiste, e neopaganesimo che rappresenta una spiritualità da antiche radici ma in versione moderna. Ricordate i tempi della contestazione? “Tremate, tremate, le streghe son tornate!” gridavano le femministe. Sembra che proprio da quelle contestazioni siano nate le prime aggregazioni spirituali che si ispiravano al mondo pagano e al culto della terra e della magia. E dopo questa precisazione arriviamo all’autrice del libro “Voci Pagane”: giovane e carina, elegante e spigliata, Sarah Bernini non incarna certamente il ruolo di strega o di befana. Diplomata alla scuola d’Arte di Parma e iscritta al corso di Lettere e Filosofia al Dams di Bologna, è artista e fotografa, fondatrice e direttrice della rivista Labrys. È diventata pagana dopo un lungo percorso spirituale fatto di viaggi e studi, poi, con l’aiuto della dea Athena, la dea della conoscenza, ha scoperto il paganesimo con la corrente spirituale Wicca, la più popolare delle religioni neopagane. Con “Voci Pagane” l’autrice intende fare informazione attraverso la presentazione di gruppi, siti internet e interviste a diversi esponenti del mondo neopagano italiano, una realtà che, a quanto sembra, si sta lentamente diffondendo, soprattutto tra i giovani. Che senso ha lasciare la tua religione con un Dio per andare ad una posizione politeista? «Per me è stato come un ritorno a casa – confida Sarah Bernini – una evoluzione, un sentimento istintivo. Il divino è in tutto ciò che mi circonda, essere pagana mi rende sacra la quotidianità». Il tempo, la terra, la natura, la magia vengono celebrati con riti di una tradizione antica: il Samhain, che poi è diventata l’halloween anglosassone, quando il mondo dei vivi e quello dei morti si incontrano, l’Imbolc si festeggia il 2 febbraio ed è la festa della luce legata alla dea Brighitte, il Beltane è l’inno alla fertilità e si celebra la notte tra aprile e maggio, il primo giorno di agosto si venera invece il dio celtico Lugh con la festa del sole e del raccolto. «Non facciamo confusione – precisa Bernini – Il neo-paganesimo non è il mondo delle sette, del satanismo, quelle sono deviazioni, gruppi chiusi dove gli aderenti vengono soggiogati. Il paganesimo è libero, non esistono dogmi, nessuno ti dice cosa devi fare. La nostra è una spiritualità libera, ma di una libertà responsabile, rispettiamo la vita, la natura, per questo molti pagani sono ambientalisti». Un mondo, quello del neo-paganesimo, più diffuso di quanto non si creda nella nostra provincia, dove i gruppi attivi si rifanno principalmente al druidismo celtico, il neodruidismo e si trovano nell’Alto vicentino, in città, ma anche a Sossano, Lonigo, Arzignano. Secondo Francesco Scanagatta dirigente d’azienda di Marostica, uno dei fondatori della Federazione Pagana del Veneto, solo a livello giovanile si possono contare oltre 300 aderenti nella nostra provincia. «È difficile però – puntualizza – fare un censimento, gran parte dei pagani sono autodidatti, praticano in maniera solitaria o in gruppi ristretti». C’è anche una interpretazione del tutto originale sul mondo moderno e la crisi. Precisa infatti Scanagatta: «I conflitti? Il dio Vulcano è sempre lì che lavora. Ma questi sono tempi mercuriali, se riusciamo a vedere il dio Mercurio dentro la nostra tecnologia possiamo convivere ed accettarla meglio». Ma chi sono i nuovi pagani vicentini? Medici, liberi professionisti, insegnanti, operai, commercianti, commessi. «Tutte persone di notevole cultura – precisa Monica Ferrari, titolare della Anguana Editrice – Da non confondere cultura con laurea».
Emilio Garon